C'è qualcosa di magico che accade quando ascoltiamo l'audio del gioco. È una forma di comunicazione, invisibile, e che agisce principalmente attraverso il nostro subconscio, che comprende mezzi sia tecnici che artistici per comunicare e dare la migliore esperienza possibile ai giocatori. Il mio lavoro è aiutarli a immergersi in mondi e storie che non esistono fino al momento in cui il gioco inizia. Mi piace pensare che sto contribuendo a dare loro un po' di magia e felicità quando vengono coinvolti nel lavoro che ho creato con passione.

Credo davvero che per dare questa profondità di esperienza ai musicisti, devo pensare al sound design e alla musica come un'unica questione. Quando scrivo una colonna sonora per un videogioco cerco di ricordare che sto lavorando con suoni e musica e che non dovrebbe esserci distinzione tra loro. La musica, per me, non riguarda solo la forma, l'armonia e le note, ma le note sono i miei strumenti, il mio alfabeto, per creare suoni che si fondono e completano l'ambiente di ascolto e le altre esperienze attraverso il gioco. Quando tutti gli elementi che creo concordano su un'unica estetica, a quel punto, sento che sto davvero creando qualcosa che è fedele all'esperienza che sono ansioso di condividere e divertirmi con i giocatori.

Aspiro a rompere il muro che separa i suoni diegetici da quelli non diegetici, ove appropriato. Miro ad abbracciare uno stile di composizioni che sfrutti le possibilità espressive e artistiche di queste due forme artistiche di comunicazione per creare un'esperienza estetica unificata che si adatti perfettamente alla storia e alle ambientazioni in cui voglio che il giocatore si immerga. ho paura e invece cerco di infrangere le regole che altri o io stesso abbiamo creato per ottenere il miglior risultato possibile e piegare quelle regole all'esperienza che desidero creare.